Il mio Mondiale Gravel 2023!

Anche quest’anno sono riuscito a qualificarmi e partecipare al Mondiale Gravel in Italia! Oggi, dopo due mesi intensi di lavoro, attività, allenamenti e gara di ciclocross ho finalmente trovato un momento per scrivere questo articolo della mia seconda partecipazione consecutiva al secondo Modiale di Gravel della storia del ciclismo. E si, il Gravel ormai è di moda e per il 2024 è previsto addirittura un calendario ancora più estenso di eventi delle world series che potete vedere qui: https://ucigravelworldseries.com, oltre a molti altri eventi competitivi e non che sicuramente includerò nel mio calendario.

Ma torniamo a noi. Come l’anno scorso mi sono qualificato alla Ranxo Gravel (prova del calendario World Series), il 4 di giugno dopo 160 km di gara sono arrivato in P49 della generale e P6 della mia fascia di età. E così. ero pronto per partecipare di nuovo al Mondiale Gravel ancora in Italia, in Veneto, questa volta in provincia di Treviso. La grande novità è stata che questa volta sono riuscito a iscrivermi nella categoria Elite PRO! Eh si, quest’anno sono pure riuscito a farmi ammettere dalla F.C.I. (Federazione Ciclistica Italiana) ed iscrivermi nella categoria regina, partendo fianco a fianco con i veri professionisti del ciclismo mondiale! Stare in griglia di partenza alle spalle di campioni come Wout Van Aert, Matej Mohoric, Florian Vermresch, Alejandro Valverde, Simone Velasco, Alessandro De Marchi, Gianni Vermresch e tanti altri è un grande onore che poche volte succede.

Visto che vivo in Spagna e sono lontano dalla mia famiglia, ogni scusa è buona per “sequestrare” mia mamma e passare del tempo insieme. Detto fatto, il 5 ottobre arriviamo in Veneto con una squadra spettacolare pronta a tutto: io, Marina (la mia fidanzata) e mia mamma Beatrice. Così affittiamo una casa vicino alla partenza e ci installiamo li dal giovedì. Nei giorni precedenti ho curato molto la dieta, il riposo e gli allenamenti, cercando la massima concentrazione possibile per la gara e il giusto equilibrio. Dormire bene, colazione, ricognizione sul percorso, pranzo riposo e via dicendo. Anche un po’ di turismo si, ma lo stretto necessario. Finalmente è domenica 8 ottobre, ed è tutto pronto!

L’ambiente alla partenza è dei migliori, il piccolo riscaldamento previo è solo una scusa per gironzolare per il Lago le Bandie, da dove è prevista la partenza della gara e guardare in faccia gli altri rider, sono tutti li. C’è chi porta un autobus da World Tour a seguito (Jumbo Visma e compagnia), e chi invece una semplice automobile come me e gli altri comuni mortali. Ormai è tutto pronto, passo al tavolo delle firme, i giudici UCI mi scansionano la bicicletta con un dispositivo per verificare se non ho qualche “aiutino” meccanico nascosto nel telaio e ci chiamano numero per numero per schierarci alla partenza. Io ho il 165, non sono proprio in prima fila, anzi, ma sono li con tutti i campioni del ciclismo! Pronti VIA! La mia come sempre è una partenza ottima, riesco a recuperare molt posizioni e probabilmente sono già nei primi 30/50 corridori. I primi 45 minuti di gara sono una guerra, vi lasco questo video di Payson McElveen perché davvero rende l’idea dall’interno cosa è stato, e tra le altre cose mi si vede diverse volte con la mia Canyon arancione lottare per migliori posizioni.

Fino al primo rifornimento è stata una vera pazzia, in mezzo a 230 corridori con l’adrenalina alle stelle. Ho lottato fianco a fianco con i migliori: Alejandro Valverde (che poi ha concluso in P4), Simone Velasco (P7), Gianni Vermresch (P11 e campione uscente), che ha bucato nella prima parte (vedi foto) è che in tanti abbiamo sorpassato. Ma per me il momento più divertente è stato quando sono passato al primo rifornimento e giusto in quel momento ripartiva Wout Van Aert (che aveva anche lui forato, vedi foto) e mi si è messo a ruota!

Con molta disinvoltura Wout mi tocca la coscia con la mano per chiamarmi e mi chiede: “Can you push up to the hill?”. Io mi giro lo guardo e gli dico va bene dai, quando mi ricapita di fare da gregario a Wout? Rilancio l’andatura e resisto circa 3 minuti: faccio una NP di 350 watts con un picco di 750w, poi lui mi sorpassa e se ne va a riprendere uno per uno tutti i ciclisti che erano davanti a lui. Non ce la farà a riprendere proprio tutti, ma nonostante una caduta e un altra foratura concluderà con un ottimo P8, ma per lui ovviamente è una sconfitta, voleva vincere!

Nelle gare di gravel ho imparato che anche se solo una piccola cosa va storta, è molto difficile recuperare il tempo perso. Io fino a quel momento non ero messo male (pedalavo all’incirca alla 50°/60° posizione), ma purtroppo per me i problemi dovevano ancora iniziare. Infatti ho perso tutti i rifornimenti di borracce d’acqua che dovevano farmi la Marina e la mamma, perché semplicemente non sono potute arrivare bloccate nel traffico congestionato dall’evento stesso! Eh si, ho imparato a mie spese che o vai con una squadra di almeno 4/6 persone distribuite già fin dalla partenza ai punti di rifornimento, o è impossibile anche solo pensare di arrivare in tempo a rifornire i tuoi atleti, così come era organizzato il mondiale a Treviso. Il problema è stato che non c’erano percorsi alternativi alla gara, e le vie erano bloccate e in auto non ci si poteva muovere con agilità.

Così al secondo rifornimento del km 46, al primo passaggio dal paese dove c’era l’arrivo, Pieve di Soligo, dopo un ora e venti di gara, non ho visto Marina e non mi sono fermato e ho tirato dritto, sperando che l’acqua che avevo mi bastasse. Errore! Sono riuscito comunque ad arrivare al Km 70 al terzo punto di rifornimento, ancora con qualche goccia d’acqua in una borraccia, ma già un po’ provato per il caldo e la polvere. Avevo la speranza di trovare qui Marina e mia mamma, ma nulla, non sono riuscite ad arrivare neanche qui. Così mi sono dovuto fermare a rifornire al punto di assistenza ed ho person ovviamente il gruppo con cui andavo. Da qui in poi, non ci sono stato più con la testa. Mi hanno sorpassato in tanti, gruppi grossi, che erano partiti anche dopo delle categorie di età e da così ho deciso di cambiare il chip ed andare al mio ritmo, per arrivare fino all’arrivo intero. 

Da qui in poi mi sono fermato ad ogni rifornimento, senza troppa pressione e per cercare di arrivare fino all’arrivo. Finalmente ho trovato Marina e la mamma al km 120, al sesto punto di rifornimento. Mi sono fermato, ho cambiato le borracce, le ho salutate e sono ripartito, contento di averle viste almeno una volta. Poi le ritroverò all’arrivo dopo gli ultimi 50 km di gara, dove comunque sono riuscito a gestirmi molto bene nel finale, nonostante la stanchezza e le ore di pedalata e arrivare ancora più o meno intero e fare pure uno sprint nel finale per la posizione 115, eheheh!

All’arrivo la mia faccia era si un po’ sconvolta e impolverata, ma io ero contento di aver concluso anche quest’anno quest’avventura da veri campioni! Il percorso in generale mi è piaciuto un sacco, duro e veloce allo stesso tempo, con gli ultimi 25 km veramente caratteristici della zona, in mezzo alle vigne del Prosecco con salite cementare e un tifo da far venire i brividi! Partecipare in un mondiale in Italia, con la maglia dell’Italia, in mezzo ad a muri di folla che gridano e ti incitano anche solo per pochi secondi, non ha prezzo! E inoltre che in mezzo a tanta gente, c’è qualcuno che grida anche il tuo nome è veramente emozionante. Grazie mille di cuore a tutti quelli che c’erano e che mi hai tifato. Speriamo di rivederci alla prossima occasione, io sicuro che ci riprovo, ci vediamo al prossimo UCI Gravel World Championship!

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