Testo di Maurizio Sartori
19 agosto 2021
Oggi la sveglia suona alle cinque e dieci minuti. La tappa più lunga del Tour du Mao ci aspetta 313 km con arrivo a Nîmes. Facciamo colazione in silenzio per non svegliare chi ancora dorme. Riempiamo le tasche e le borse con i viveri che abbiamo preparato la sera prima e inforchiamo les nostre biciclette in direzione Col de Chioula.
Nell’oscurità della mattinata, sui primi tornati intravediamo le luci di Ax-les-Thermes e dei paesi nei dintorni. L’ambiente è molto umido e ci ritroviamo nel bel mezzo della bruma; solo all’ultimo chilometro del colle ne usciremo. Arrivati in cima al colle il cielo finalmente schiarisce e l’aria è decisamente fresca. Il termometro segna otto gradi. Abbiamo giusto il tempo di fare una foto, mangiare qualcosa, coprirci per iniziare la discesa e via per non perdere tempo. Questo sarà il motto della giornata.
La prima parte della tappa è assolutamente tranquilla. Pedaliamo attraverso strade secondarie e poco transitate del pre pirineo francese. Salite e discese si susseguono fino a Limoux, in queste terre occitane agricole, viticole e molto tranquille. Dai 750 metri di Ax-les-Thermes, siamo saliti fino ai 1431 metri del Col de Chioula, ed ora scendiamo verso la pianura della Linguadoca-Rossiglione. abbiamo già fatto i primi 100 km fino alla famosa città medioevale capitale dell’Occitania, Carcassonne.
Qui ci aspetta una piccola sorpresa, 30 km di sterrato a fianco del Canal du Midi. Stradina con ghiaia piacevole all’inizio, mista a tratti molto battuti di terra. Ma poi, ci ritroviamo diversi punti sentieri in single track e sterrato poco battute, con pietre più grosse e anche ciottoli molto sconnessi. Insomma, una bella avventura che finisce per fortuna senza problemi a Homps, dove ci troviamo con Marina alle 12:30. Andiamo bene con il tempo di marcia, così decidiamo di fermarci a pranzo. Solo più tardi realizzeremo che è stato un errore! La parsimonia della cameriera nel servirci ci fa perdere un’ora e mezza.
Ripartiamo dopo un bagno di crema solare. La temperatura è già alta, 30°. Più tardi verso le due del pomeriggio arriveremo ai 34°. Le gambe sono un po’ dure dal giorno prima, ma girano ancora bene. Carles dopo il pranzo sembra più affaticato. Così decido di mettermi davanti a tirare per mantenere un buon ritmo. Sarà il cambio più lungo della mia vita, circa 160 km al vento. Così pedalata dopo pedalata attraversiamo innumerevoli paeselli, tra cui anche una parte della tredicesima tappa del Tour de France 2021. Partita da Nîmes il 9 luglio con arrivo a Carcassonne, vinse in volata Mark Cavendish. La nostra tappa va in senso opposto, ed è parecchio più lunga.
Arrivati nel paese di Pezenas troviamo un ciclista. Ci fermiamo! Carles ha un problema ad un pedale da diversi chilometri. Il meccanico che ci attende è molto minuzioso e calmo. Ma noi abbiamo fretta! Li diciamo che siamo in tour e dobbiamo arrivare fino a Nîmes. La cosa non sembra preoccuparsi molto, anzi gli piace il nostro progetto. Smonta pezzo per pezzo. Smonta anche i suoi pedali (stesso modello del Carles). Compara tutti gli elementi smontati, apparentemente sono identici, non sembra ci siano difetti. Rimonta e smonta diverse volte i pedali, ma il problema persiste. Finalmente trova una soluzione ma abbiamo già perso altri tre quarti d’ora. Ripartiamo, pensando che la cosa più importante è che il pedale funziona meglio di prima!
Senza guardare indietro e attraversando altri paesi e paesaggi un dietro all’altro, riprendo il mio ritmo con Carles ben a ruota. Un piccola deviazione ci regala 5 km in più sul percorso. Arriviamo finalmente a Montpellier verso le 19:45, quando il sole inizia a tramontare. Siamo al km 260, ce ne mancano ancora 60 circa. Mentre lasciamo indietro la città, anche la luce ci abbandona del tutto e ci ritroviamo al buio. Per fortuna abbiamo delle ottime luci, e continuiamo imperterriti il nostro cammino. Percorriamo gli ultimi 20 km in una ciclabile che unisce le città dormitorio nei dintorni di Nîmes, con il centro della città. Così arriviamo in sicurezza nel centro della città.
Sono le dieci di sera, abbiamo percorso 321 km in 11 ore e 54 minuti a 27 km/h di velocità media. Per le varie soste abbiamo perso circa 4 ore, che pagheremo dormendo meno stanotte. Facciamo la foto di rito davanti la famosa Arena e ci ritroviamo con Marina nell’appartamento che abbiamo affittato. Il nostro angelo custode ci ha già preparato la cena, la tavola è apparecchiata e le borse al loro posto. Senza di lei non avremmo potuto fare questa impresa. Recuperiamo le energie perse mangiando più o meno tutto. Io inizio ad accusare la stanchezza del cambio più lungo della mia vita e praticamente collasso sul divano. Sono totalmente inutile per ogni cosa, che non riesco nemmeno più a parlare. Almeno faccio ridere un po’ gli altri. Faccio giusto in tempo a trascinarmi nel letto e cadere in un sonno profondo.